Spaccalegna e utilizzi nel 2023

 

Gli italiani che negli ultimi mesi hanno cercato nuove alternative di energia per il riscaldamento sono numerosissimi.

Spinti dal caro bolletta e dall'inflazione, molti Italiani hanno riconvertito e riutilizzato le vecchie stufe o caldaie a legna.

Una tendenza certificata dai tempi di consegna delle stufe di nuova costruzione, ormai difficili da ottenere prima dell’inverno, e dal costo della legna da ardere che in molte regioni è più che raddoppiato, raggiungendo i 25 euro al quintale.

Questa trasformazione non e' pero' del tutto ecologica e ci sono diversi fattori che dovrebbero essere regolamentati, in special modo nei centri abitati.

 

La prima Regione da citare è la Lombardia, in prima fila tra le Regioni (in totale 5) che hanno imposto limiti all’utilizzo di impianti di riscaldamento basati sulla combustione di biomassa. Nel territorio, infatti, sono in vigore alcune “limitazioni permanenti per generatori di calore a biomassa legnosa (legna, cippato e pellet per stufe e caminetti)”.

Questa tendenza ha rivalutato la legna e per molti utenti, in grado di reperire la tale risorsa in autonomia, ha creato l'esigenza dello spaccalegna.

Uno spaccalegna serve a spezzare i tronchi o i ceppi di legno in pezzi più piccoli, facilitando così la lavorazione del legno per scopi di riscaldamento, costruzione o altri utilizzi. È particolarmente utile per chi deve fare grandi quantità di legna da ardere.

Questo attrezzo puo essere alimentato a corrente monofase o trifase e chiaramente e' disponibile in diverse soluzioni tecniche e di potenza.

La prima classificazione da fare e' distinguere il metodo di taglio e quindi se uno spaccalegna e' orizzontale o verticale.

Vi proponiamo due esempi a corrente monofase:

 

Spaccalegna orizontale 7 tonnellate

spaccalegna orizzontale monofase

Grazie al sistema di spacco orizzontale è possibile spaccare i ceppi senza quasi doverli sollevare.
La potenza di 7 tonnellate è adeguata ad un uso domestico.


 

Spaccalegna verticale 8 tonnellate

spaccalegna verticale

Dotato di ruote per lo spostamento, di un ampio piano di lavoro rinforzato, di un sistema automatico di controllo fine-corsa registrabile e di appositi dispositivi di sicurezza che tutelano l’utilizzatore.

 

Come scegliere uno spaccalegna?

Requisiti principali di uno spaccalegna sono:

  • Potenza: uno spaccalegna deve avere una potenza adeguata per tagliare e spezzare il legno in modo efficace. I modelli più comuni hanno una potenza compresa tra i 5 e i 10 tonnellate.
  • Capacità di taglio: è importante che lo spaccalegna abbia una lama o un cuneo che sia sufficientemente affilato e resistente per tagliare la legna senza intoppi.
  • Sicurezza: uno spaccalegna deve essere dotato di funzioni e dispositivi di sicurezza per proteggere l'utente da eventuali incidenti durante l'uso, come un sistema di arresto di emergenza o una protezione per le mani.
  • Dimensioni: le dimensioni dello spaccalegna devono essere adeguate all'ambiente in cui verrà utilizzato, sia che si tratti di un ambiente domestico o di un'attività professionale.
  • Portabilità: se lo spaccalegna viene utilizzato per spostarsi su più posizioni o per lavoro all'aperto, può essere utile che sia abbastanza leggero e dotato di ruote per facilitarne il trasporto.

 

Lo spaccalegna può lavorare con diversi tipi di legna, tra cui alberi duri come quercia, faggio o acero, ma anche con specie di alberi più morbidi come abete o pino. Tuttavia, è importante notare che alcuni modelli di spaccalegna potrebbero essere più adatti per legni più duri o più morbidi, quindi è consigliabile verificare la compatibilità del legno con il modello specifico dello spaccalegna.

 

 

Per la manutenzione di uno spaccalegna segui il manuale del produttore in ogni caso ti occorrenao degli elettroutensili idonei a diversi lavori di pulizia e smontaggio.

 

legislazione caldaie

In diverse regioni , rimane divieto di utilizzo di caldaie a legna, in presenza di riscaldamento alternativo e sempre dal 1 ottobre al 30 aprile, delle caldaie inferiori alle 3 stelle nei comuni classificati non montani, situati cioè sotto i 300 metri di altitudine e dei camini aperti”. Proprio su questo punto, però, alcune regioni come l'emilia romagna hanno  “aperto un bando, finanziato, per aiutare i cittadini residenti .